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Casola Valsenio è un suggestivo borgo dell’alta Valle del Senio, in provincia di Ravenna, prossimo a quella parte della provincia di Firenze che sconfina sul versante Adriatico dell’Appennino. Il primo insediamento, posto su una collina, fu espugnato e distrutto dai faentini nel 1216. I superstiti, costretti a spostarsi più a valle, fondarono l’attuale borgo. Ma la vocazione di Casola Valsenio è in quelle erbe officinali che già agli inizi del 1900 erano raccolte negli incolti, essiccate e vendute e delle quali nel 1938 il giovane Augusto Rinaldi Ceroni iniziò a sperimentare la coltivazione. Un esperimento cresciuto fino a trasformarsi, nel 1974, in un vero orto botanico specializzato in piante officinali. Oggi il Giardino è anche una delle porte di accesso al Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, un ambiente unico ricco di affioramenti gessosi, doline, fenomeni carsici e con una flora e una fauna davvero peculiari.
IL GIARDINO DELLE ERBE "AUGUSTO RINALDI CERONI"
Inaugurato nel 1975 e intitolato al suo fondatore Augusto Rinaldi
Ceroni, Il Giardino delle Erbe è nato con l’obiettivo di conservare e
coltivare piante di interesse officinale ed aromatico. Di proprietà
della Regione Emilia Romagna ma affidato al Comune di Casola Valsenio, è
inserito nel circuito Museale della provincia di Ravenna. Nei suoi
gradoni con splendida vista sulla vena del Gesso Vena del Gesso Romagnola,
vengono coltivate circa 450 specie di piante officinali utilizzate in
cucina, nella medicina, nella cosmesi, secondo la tradizione dei
monasteri in cui, fin dal basso medioevo, si coltivavano e si lavoravano
queste piante negli orti e nelle “officine”. Il Giardino delle Erbe è
un centro di conoscenza e valorizzazione delle piante officinali, grazie
ad attività che spaziano dalla ricerca alla divulgazione e dalla
sperimentazione alla didattica, coinvolgendo sia esperti che i
visitatori di ogni età. Il Giardino è visitabile liberamente durante il
giorno, nel rispetto delle strutture e delle parcelle coltivate, ma se
volete davvero sperimentare il mondo delle piante officinali, anche
attraverso il tatto e l’odorato, prenotate una visita guidata o un
laboratorio, percorrete la Galleria dei Profumi, entrate nella Camera
delle Meraviglie. E non andate via senza acquistare qualche pianta da
coltivare nel vostro orto o nel vostro terrazzo, per ritrovarvi, ogni
giorno, la gioia di questi intensi profumi!!
IL CARDELLO, CASA MUSEO DI ALFREDO ORIANI
Il
singolare edificio in cui Alfredo Oriani trascorse gran parte della sua vita e
scrisse tutte le opere, sorge in uno dei tratti più pittoreschi della valle del
Senio. Si
ignora l’epoca in cui fu edificato, ma sappiamo che costituì per un lungo periodo
la foresteria dell’abbazia benedettina di Valsenio, risalente al sec. XI
(attestata comunque dal 1126). È verosimile che il Cardello, nella sua
originaria struttura romanica, sia di poco posteriore all’abbazia. È invece
documentato che nel 1419 esso fu concesso in affitto, con le terre adiacenti,
per quindici anni. Numerosi contratti di enfiteusi e di vendita si susseguirono
dal sec. XV al sec. XIX, quando, il 26 settembre 1855, Luigi Oriani, padre di
Alfredo, acquistò la tenuta e la villa, che divenne così la dimora stabile
degli Oriani. L’aspetto
attuale dell’edificio risale al 1926. La documentazione fotografica dimostra
che, più che di un restauro, si trattò di una disinvolta ristrutturazione, solo
in parte rispettosa dei valori architettonici originari. I guasti provocati
all’edificio nel corso dell’ultimo conflitto furono riparati con un certo
rigore, anche se con evidenti stonature nella scelta dei materiali. Resta
comunque il fatto che la mole del Cardello, pur nel suo ormai sedimento
intreccio di romanico autentico e di finto antico, costituisce un monumento di
indubbio interesse, la cui austera suggestione è accentuata dalla stupenda
cornice del parco. Il
sepolcro dello scrittore risale al 1923-24 e riflette lo stile ed il gusto
prevalenti negli anni del fascismo. I resti di Oriani furono traslati
nell’attuale sepolcro nell’aprile 1924, dal cimitero di Valsenio. Nell’ipogeo
antistante il sepolcro sono sepolti il padre dello scrittore, Luigi
(1817-1896), il figlio Ugo (1891-1953) e la nuora Luisa Pifferi (1894-1979). L’interno
del Cardello costituisce un raro esempio di abitazione signorile romagnola ed è
caratterizzato da una notevole coerenza fra struttura architettonica ed
arredamento. La severità dell’insieme conferisce una sostanziale unità di stile
al complesso di armadi, madie, letti, suppellettile varia. Non si può tuttavia
non menzionare almeno la cucina, che ha pochi riscontri in Romagna, la loggia
del primo piano, lo studiolo di Alfredo Oriani e la cameretta di stile
monastico in cui egli morì il 18 ottobre 1909.
ABBAZIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA IN VALSENIO
Fonti storiche locali ottocentesche suppongono una
fondazione del complesso risalente ai primi decenni del secolo V, benché il
primo documento ufficiale conosciuto che la nomina sia una bolla papale del
1126. A fianco sorgeva un monastero benedettino dotato di un bel chiostro e di
una foresteria. L’abbazia sorgeva in un punto strategico della vallata e la sua
importanza è testimoniata dalla documentata ampiezza dei suoi possedimenti e
dalle numerose altre chiese che facevano capo ad essa. Sul suo sagrato si
riunivano i consigli e le assemblee della comunità. Successivamente la chiesa
passò al clero secolare, probabilmente anche a causa della diminuzione
consistente del numero di monaci. I consistenti lavori di restauro effettuati recentemente
hanno portato alla luce parti di strutture antecedenti, alcune di epoca
precristiana e di aspetto monumentale. Ma la vera sorpresa è stata trovata sotto l’abisde: i resti
di una chiesa più antica, a pianta trilobata (ovvero con tre absidi) che risalirebbe
al settimo-ottavo secolo dopo Cristo. L’abbazia è un luogo davvero speciale,
dove si respira l’atmosfera mistica delle chiese medioevali e insieme semplice
delle chiese di campagna. Scendete gli incerti scalini di pietra che portano sotto
l’abside, per respirare tutta la magia di questo luogo.