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Faenza, attraversata dalla via Emilia, è una città di origine romana. Se del periodo medievale restano solo poche importanti testimonianze architettoniche, non si può dire lo stesso di quello che fu uno dei periodi più fulgidi di Faenza grazie alla Signoria dei Manfredi. Con la riedificazione della Cattedrale nel 1474, infatti, inizia un’epoca fiorente, legata all’arte rinascimentale toscana. Artisti come Giuliano e Benedetto da Maiano, Donatello, i Della Robbia, Biagio d’Antonio da Firenze ed altri, si trasferiscono a Faenza per lavorare. Al periodo barocco si riferiscono, invece, grandi opere architettoniche che creano il volto attuale di Faenza. Ad esempio la struttura delle due piazze principali con la fontana, la torre dell’orologio, le logge e le ali porticate dei palazzi del Comune e del Podestà. Quasi tutte le chiese conventuali vengono poi ricostruite in eleganti linee tardo barocche, così come numerosi palazzi gentilizi. Felicissima resta l’età della fioritura neoclassica dalla fine del XVIII secolo fino al primo trentennio del successivo, con esempi di rilevanza artistica attraverso l’opera di Giuseppe Pistocchi, Giovanni Antonio Antolini, Felice Giani, Gaetano Bertolani, Gianbattista e Francesco Ballanti Graziani, Antonio Trentanove e Pietro Tomba. Tra le numerose realizzazioni, Palazzo Milzetti suggella magistralmente, sia sotto il profilo architettonico che decorativo, quella che è stata la civiltà romagnola del neoclassicismo.
PALAZZO MILZETTI - MUSEO NAZIONALE DELL'ETA' NEOCLASSICA IN ROMAGNA
Palazzo Milzetti è l'esempio più ricco e più integro di quell'elegante civilta architettonico - decorativa che in età neoclassica fiorì a Faenza, facendone una piccola capitale del gusto. Il conte Nicola Milzetti diede l'avvio alla costruzione nel 1792 valendosi dell'architetto faentino Giuseppe Pistocchi. Suo figlio Francesco proseguì i lavori affidandoli all'architetto Giovanni Antonio Antolini di Castel Bolognese e al pittore Felice Giani che realizzò le splendide decorazioni lavorando nel palazzo con l'aiuto della sua bottega fino al 1805. La decorazione di ogni sala, spesso legato a un tema della mitologia
classica, costituisce una testimonianza significativa sui gusti del
tempo, catturati dai poemi omerici (sala delle feste, primo piano),
dalla storia di Roma (Sala di Compagnia, primo piano), dal paganesimo
greco-romano (Gabinetto dell’Amore, primo piano) dai ritrovamenti
archeologici di Ercolano e Pompei (Sala da Bagno, piano terreno).
MIC- MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE
Fondato nel settembre del 1908 da Gaetano Ballardini, il Museo
Internazionale delle Ceramiche, è uno dei musei dedicati alla ceramica
più importanti al mondo. Tra i corridoi e le ampie sale del Museo,
potrete ripercorrere la storia della ceramica dall’età precolombiana
fino ai nostri giorni. Il nucleo iniziale fu la Sezione delle Nazioni, a
cui si aggiunsero successivamente la Mostra permanente della moderna
ceramica italiana d’arte (1926), la Sezione dell’antica maiolica
italiana e quella delle ceramiche popolari (1916) e la Sezione
dell’Estremo Oriente (1919). Furono poi realizzate delle Sezioni
didattiche sulle maioliche italiane, le ceramiche preistoriche e del
mondo classico, le ceramiche dell’Oriente e infine la ceramica
precolombiana. Le raccolte si dividono in tre grandi sezioni (ceramiche
italiane, civiltà e continenti, ceramica contemporanea), che compongono
una enciclopedia dell’arte ceramica dal suo sorgere alla fioritura delle
diverse scuole italiane ed estere, alle più moderne espressioni
dell’arte dei nostri giorni.
Nella prima sezione, che consta di opere realizzate tra XIV e XIX
secolo, molti i pezzi di provenienza locale, tra i quali si segnalano
brocche del Trecento con stemmi nobiliari e un piatto del quattrocento
con la tipica decorazione del leone rampante.
Non mancano inoltre eccelse opere di scuola umbra (Deruta, Gubbio), dalla Puglia e dalla Sicilia.
La seconda sezione comprende manufatti realizzati da antiche popolazioni
italiche, materiale precolombiano, somalo, maioliche europee e
porcellane cinesi.
Molto ricca è anche la sezione contemporanea, con opere di grandi
artisti del Novecento, quali Matisse, Picasso Chagall, Lèger, Martini e
Fontana.
PIAZZA DEL POPOLO E PIAZZA DELLA LIBERTA'
Piazza del Popolo è luogo nevralgico della vita pubblica
faentina, deputato alla politica fin dall’età più antica. La delimitano
due portici dall’aspetto elegante e armonico, nonostante siano stati
costruiti, rifatti e modificati, in un lunghissimo lasso di tempo, dal
1470 al 1932. Accanto alla Torre dell’’orologio si allunga il Palazzo
del Podestà, in origine Palazzo Comunale, cuore della prima grande stagione del Municipio Faentino, di cui
si ha testimonianza già nel 1030 e di fronte ad esso, il Palazzo del Municipio, costruito nel XIII secolo
come residenza del capitano del Popolo. La
struttura divenne in seguito la sede del potere signorile, quindi il
palazzo del legato pontificio e infine la dimora del Municipio Faentino.
Speculare a Piazza del Popolo si apre Piazza della Libertà, dominata
dalla facciata della Cattedrale e dal singolare portico dei Signori e
degli Orefici, realizzato di fronte ad essa nel primo seicento e
parzialmente rifatto in stile Liberty. L’elegante Fontana di Piazza,
di forme barocche, fu realizzata tra il 1619 e il 1621, negli ultimi
anni del pontificato di Paolo V Borghese in onore del quale vennero scelti
come elementi decorativi l’aquila e il drago, presenti nell’emblema
papale, mentre i leoni rampanti ricordano lo stemma faentino. Le due piazze adiacenti formano un unico grande ed elegante spazio in
cui potrete gustare la vera vita di una cittadina romagnola.
DUOMO DI FAENZA
Colpiscono subito la posizione soprelevata e l’imponente facciata che
domina Piazza della Libertà. Dedicato a S.Pietro, fu costruito fra il
1474 ed il 1520 su una preesistente cattedrale, di cui si hanno poche
notizie e di cui comunque non restano che qualche elementi in pietra
riutilizzato nelle fiancate esterne. Artefice fu il fiorentino Giuliano da
Maiano, architetto di formazione brunelleschiana, ritenuto uno dei
massimi esportatori del gusto fiorentino.
E’ un edificio artisticamente importante (che nell’ambito del
Rinascimento è unica a livello regionale, con l’unico riscontro del
Tempio Malatestiano di Rimini) e complesso, da visitare con attenzione.
Tutte le cappelle laterali contengono opere d’arte anche notevoli.
Soffermatevi di fronte ai tre più importanti monumenti scultorei: le
arche di San Savino, Sant’Emiliano e San Terenzio, rispettivamente di
Benedetto da Maiano e di anonimi maestri rinascimentali toscani. Non
tralasciate il toccante crocefisso ligneo scolpito a fine ‘400 da un
ignoto scultore nordico, forse tedesco né la Pala Bonaccorsi, squisita
tavola cinquecentesca dipinta da Innocenzo Francucci da Imola e ancora
provvista di cornice dorata e intagliata originale. Nell’omonima
cappella a sinistra troverete la sepoltura di San Pier Damiano, teologo e
Maestro della Chiesa, che Dante pose nel settimo canto del Paradiso.
MUSEO CARLO ZAULI
Carlo Zauli è considerato uno dei maggiori scultori ceramisti del Novecento e punto d’ispirazione per molti artisti contemporanei.
Il Museo, inaugurato nel 2002 nei locali che furono il suo laboratorio, riesce efficacemente a narrare la vicenda artistica e creativa
dell'artista attraverso due percorsi museali paralleli e coincidenti:
un percorso prettamente espositivo che espone opere datate dagli anni
’50 agli anni ’90 e che svela al visitatore l’attitudine alla ricerca e
sperimentazione di un artista che da ceramista divenne scultore, e un
percorso legato al suo studio-bottega, che si snoda tra gli ambienti del
suo laboratorio, dalla cantina delle argille alla stanza degli smalti,
dalla sala dei forni a quella dei torni e dei grandi altorilievi. Il Museo Carlo Zauli è un contenitore che, attraverso le sue collezioni e
le diverse attività culturali, esplora e diffonde l’arte contemporanea
in tutti i suoi linguaggi, coinvolgendo l’intero territorio. In questi
anni è divenuto un punto di riferimento, grazie alle sue molteplici
attività nell’avanguardia culturale e nella sperimentazione: dalle Residenze d'Artista, ai cicli di conferenze, a rassegne di musica contemporanea, oltre che a percorsi didattici per bambini, studenti e adulti, fino all’apertura di un Fan Lab.
PINOCATECA COMUNALE
La
Pinacoteca Comunale è il più antico
istituto museale faentino e uno dei più antichi nella Regione
Emilia-Romagna: nacque nel 1797, quando il Comune di Faenza acquistò la
collezione di opere d’arte di Giuseppe Zauli. Dal 1879 è ospitata
nell’ottocentesco Palazzo dei Gesuiti, che era stato in precedenza
collegio dell’Ordine. Da allora, e fino ai nostri giorni, il patrimonio
artistico è stato
notevolmente aumentato da ricche donazioni di privati, da depositi di
Enti pubblici, dai reperti archeologici emersi a seguito delle attività
edilizie. La più antica opera di rilievo è la Croce Dipinta del 1265
circa, realizzata da un pittore definito come Maestro dei Crocifissi
Blu. Di inizio Trecento è la Madonna col Bambino e Santi di Giovanni da
Rimini, capostipite della grande scuola riminese. Due eccezionali opere plastiche sono la lignea scultura di San Girolamo di Donatello e il Busto in marmo col S.Giovannino attribuibile ad Antonio Rossellino.
Cospicua la sezione dei grandi dipinti quattro-cinquecenteschi comprendente tra gli altri: Madonna col Bambino, San Giovanni Evangeslista e il Beato Bertoni del Maestro della Pala Bertoni, Madonna col Bambino e santi di Marco Palmezzano, opere dei Bertucci, grandi protagonisti del Cinquecento faentino. Non mancano inoltre quadri del periodo neoclassico (Felice Giani), romantico e realista.