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Nel 402 Onorio, figlio di Teodosio I, decise di trasferire a Ravenna la residenza dell'Impero Romano d’Occidente da Milano, troppo esposta agli attacchi barbarici. Ravenna fu scelta come nuova capitale perché godeva di una migliore posizione strategica (più vicina all'Oriente); inoltre, essendo essa una città marittima godeva di una maggiore difendibilità. Dopo aver preso a modello il fasto di Costantinopoli, Ravenna, ad essa legata da consolidati vincoli commerciali, assunse l'aspetto di una residenza imperiale bizantina: sorsero grandiose costruzioni civili e religiose che emulavano, nell'architettura e nelle decorazioni, quelle della capitale d'Oriente.
ANTICO PORTO DI CLASSE
Il porto fu riattivato verso il V secolo. Ciò determinò una rinnovata crescita dell'abitato di Classe, che si protrasse anche nel secolo successivo, quando si elevò al rango di città.
MURA DI RAVENNA
Le mura di Ravenna hanno subito diverse sopraelevazioni. La parte romana della muratura è osservabile attraverso le caratteristiche dei mattoni larghi e non molto spessi con qualche millimetro di interstizio di cemento bianco. Tali mura trovano base ad una profondità che va dai 3 ai 5-6 metri affiorando qua e la per un’altezza limitata. Il giro delle mura si mantenne intatto fino al 1863 quando fu abbattuto un lungo tratto per fare spazio alla ferrovia.
MUSEO TAMO
E’ una mostra permanente interamente dedicata all'arte del mosaico, che ha sede all'interno dell'antica chiesa di San Nicolò a Ravenna.
La mostra si articola in vari percorsi tematici: la luce, i contesti in cui i mosaici venivano utilizzati (la domus, il palatium, l'ecclesia); le tecniche e gli strumenti dei mosaicisti e, infine, i materiali utilizzati per realizzare il mosaico. La mostra ospita inoltre alcuni mosaici originali, databili in un arco temporale che va dal I al XIII secolo: essi testimoniano l'eccellente patrimonio musivo di Ravenna e del suo territorio. Si possono ammirare alcunibrani di mosaici provenienti dal sito archeologico della Domus dei tappeti di pietra, dalla ormaiscomparsa basilica di San Severo e da due domus della vicina Faenza.
MUSEO ARCIVESCOVILE
Il museo nasce per raccogliere le opere che facevano parte della Basilica Ursiana demolita nella prima metà del XVIII secolo. Il percorso espositivo, costituito da quattro sale, è molto suggestivo, poiché si alternano in esso ambienti storici, reperti archeologici e opere d'arte. Di notevole rilievo ed interesse:
· I mosaici (XII secolo) dell'abside dell'antica cattedrale ursiana, fra cui l'immagine della Madonna in preghiera;
DOMUS DEI TAPPETI DI PIETRA
All’inizio del VI secolo fu scoperto un palazzo signorile bizantino articolato in quattordici stanze e tre cortili è interamente decorato con meravigliosi mosaici e intarsi marmorei. Le quattordici pavimentazioni musive sono decorate con elementi geometrici, vegetali e figurativi, per una superficie complessiva di 700 m². Fra i più importanti ricordiamo la figura del Buon Pastore, differente dalla classica iconografia cristiana, e la Danza dei Geni delle stagioni, rarissimo caso di geni danzanti in cerchio.
MUSEO NAZIONALE
Il nucleo più antico delle raccolte museali va ricondotto al collezionismo erudito dei monaci camaldolesi di Classe. Con la soppressione degli ordini religiosi, i numerosi oggetti di interesse artistico, antiquario e naturalistico del monastero di Classe passarono in proprietà del Comune, che nel 1804 fondò il Museo Classense Municipale.
All’interno del Museo Nazionale si possono trovare tra le tante opere in esposizione:
CHIESA DI SANTA CROCE
La chiesa di Santa Croce fu edificata a Ravenna dall'imperatrice romana Galla Placidia tra il tardo IV secolo e l'inizio del VII secolo. Il cosiddetto Mausoleo di Galla Placidia era inizialmente una cappella accessibile dal nartece di questa chiesa, ma le successive demolizioni l'hanno reso un edificio indipendente.
La chiesa fu eretta in direzione ovest-est in mattoni riutilizzati. Le mura esterne erano scandite da lesene e, probabilmente, da arcate cieche.
La pianta dell'edificio era a croce latina, caso unico per la Ravenna dell'epoca. Si trattava di una scelta di significato simbolico, in quanto anche la Basilica apostolorum e la Basilica virginum di Milano avevano questa forma, per scelta del vescovo Ambrogio da Milano.
Altra caratteristica peculiare di questa chiesa, di cui esiste un possibile parallelo solo nei passaggi laterali della Basilica virginum, erano i due portici, ampi 4 metri, che correvano paralleli alla navata centrale, sorretti da due file di colonne che andavano da ciascun transetto al nartece.
Il pavimento della chiesa aveva porzioni decorate in opus sectile, oltre a rondelle in porfido, su cui probabilmente si sdraiava per pregare Galla Placidia; i muri erano decorati da marmi neri, bianchi e policromi. Tra le raffigurazioni accertate c'era quella dei quattro fiumi del paradiso, presenti all'ingresso della chiesa; molto probabilmente vi era anche un Cristo trionfante che calpesta un serpente e un leone, un'immagine apocalittica presente anche in altri edifici ravennati del V e VI secolo.
LA
VILLA ROMANA DI RUSSI
La villa romana di Russi è un sito archeologico in cui
sono preservati i resti di una villa rustica di età romana fra le meglio
conservate dell’Italia settentrionale e situata a circa 20 km ad ovest di
Ravenna.