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Itinerario romano a Ravenna

Ravenna e i lidi

Nel 402 Onorio, figlio di Teodosio I, decise di trasferire a Ravenna la residenza dell'Impero Romano d’Occidente da Milano, troppo esposta agli attacchi barbarici. Ravenna fu scelta come nuova capitale perché godeva di una migliore posizione strategica (più vicina all'Oriente); inoltre, essendo essa una città marittima godeva di una maggiore difendibilità. Dopo aver preso a modello il fasto di Costantinopoli, Ravenna, ad essa legata da consolidati vincoli commerciali, assunse l'aspetto di una residenza imperiale bizantina: sorsero grandiose costruzioni civili e religiose che emulavano, nell'architettura e nelle decorazioni, quelle della capitale d'Oriente.

ANTICO PORTO DI CLASSE

Il sito dove fu fondata Civitas Classis era all'interno di una delle lagune interne che circondavano Ravenna. 
Attorno al 27 a.C. l'imperatore Augusto vi fece costruire un porto militare, destinato ad ospitare la flotta che aveva il compito di sorvegliare la parte orientale del mare Mediterraneo.Il sobborgo di Classe si sviluppò attorno a caserme, magazzini e all'accampamento dei classiari (i soldati della marina). A causa della subsidenza che affligge l'area ravennate, il territorio, abbassandosi, divenne progressivamente paludoso. Tale fenomeno era così evidente che le banchine, i cantieri e le strade di accesso al porto erano diventate inservibili.

Il porto fu riattivato verso il V secolo. Ciò determinò una rinnovata crescita dell'abitato di Classe, che si protrasse anche nel secolo successivo, quando si elevò al rango di città.

MURA DI RAVENNA

Le mura di Ravenna hanno subito diverse sopraelevazioni. La parte romana della muratura è osservabile attraverso le caratteristiche dei mattoni larghi e non molto spessi con qualche millimetro di interstizio di cemento bianco. Tali mura trovano base ad una profondità che va dai 3 ai 5-6 metri affiorando qua e la per un’altezza limitata. Il giro delle mura si mantenne intatto fino al 1863 quando fu abbattuto un lungo tratto per fare spazio alla ferrovia.

MUSEO TAMO

E’ una mostra permanente interamente dedicata all'arte del mosaico, che ha sede all'interno dell'antica chiesa di San Nicolò a Ravenna.

La mostra si articola in vari percorsi tematici: la luce, i contesti in cui i mosaici venivano utilizzati (la domus, il palatium, l'ecclesia); le tecniche e gli strumenti dei mosaicisti e, infine, i materiali utilizzati per realizzare il mosaico. La mostra ospita inoltre alcuni mosaici originali, databili in un arco temporale che va dal I al XIII secolo: essi testimoniano l'eccellente patrimonio musivo di Ravenna e del suo territorio. Si possono ammirare alcunibrani di mosaici provenienti dal sito archeologico della Domus dei tappeti di pietra, dalla ormaiscomparsa basilica di San Severo e da due domus della vicina Faenza.

MUSEO ARCIVESCOVILE

Il museo nasce per raccogliere le opere che facevano parte della Basilica Ursiana demolita nella prima metà del XVIII secolo. Il percorso espositivo, costituito da quattro sale, è molto suggestivo, poiché si alternano in esso ambienti storici, reperti archeologici e opere d'arte. Di notevole rilievo ed interesse:

  • Frammento di ambone, proveniente dalla chiesa dei santi Giovanni e Paolo;
  • Una statua bizantina acefala, forse raffigurante Giustiniano (VI secolo), in porfido;
  • La lastra con il calendario pasquale (VI secolo), in marmo;
  • La Croce dell'arcivescovo Agnello (VI secolo), in argento;

· I mosaici (XII secolo) dell'abside dell'antica cattedrale ursiana, fra cui l'immagine della Madonna in preghiera;

  • Frammenti tessili;
  • Una pianta del X secolo ed un'altra del XIII secolo.

DOMUS DEI TAPPETI DI PIETRA

All’inizio del VI secolo fu scoperto un palazzo signorile bizantino articolato in quattordici stanze e tre cortili è interamente decorato con meravigliosi mosaici e intarsi marmorei. Le quattordici pavimentazioni musive sono decorate con elementi geometrici, vegetali e figurativi, per una superficie complessiva di 700 m². Fra i più importanti ricordiamo la figura del Buon Pastore, differente dalla classica iconografia cristiana, e la Danza dei Geni delle stagioni, rarissimo caso di geni danzanti in cerchio.

MUSEO NAZIONALE

Il nucleo più antico delle raccolte museali va ricondotto al collezionismo erudito dei monaci camaldolesi di Classe. Con la soppressione degli ordini religiosi, i numerosi oggetti di interesse artistico, antiquario e naturalistico del monastero di Classe passarono in proprietà del Comune, che nel 1804 fondò il Museo Classense Municipale.

All’interno del Museo Nazionale si possono trovare tra le tante opere in esposizione:

  • Lapidario . I reperti lapidei formano un'ampia raccolta di sculture di epoca romana, paleocristiana, bizantina, romanica, gotica, rinascimentale e barocca. Fra i pezzi più significativi si segnalano: il sarcofago paleocristiano della traditio legis, una ricca serie di capitelli di età bizantina, il bassorilievo con la cosiddetta "apoteosi di Augusto” e la stele funeraria di Publio Longidieno, sulla quale il defunto, carpentiere della flotta, appare intento al lavoro con un'ascia.
  • Materiale archeologico . Oltre ad alcuni oggetti risalenti all'età del bronzo (in particolare ceramiche e armi), il museo raccoglie materiali ceramici dell'epoca etrusca, nonché una serie di oggetti (vetri, lucerne, ceramiche) del periodo tardo-romano e bizantino. Fra le sculture presenti, una testa di Tyche turrita e un sarcofago da bambino, decorato con bassorilievi proveniente da Roma.
  • Monete . La collezione comprende monete romane (repubblicane e imperiali), tardo-romane e bizantine (fra le quali un solido di Teodosio e vari pezzi del periodo giustinianeo) e medievali.

CHIESA DI SANTA CROCE

La chiesa di Santa Croce fu edificata a Ravenna dall'imperatrice romana Galla Placidia tra il tardo IV secolo e l'inizio del VII secolo. Il cosiddetto Mausoleo di Galla Placidia era inizialmente una cappella accessibile dal nartece di questa chiesa, ma le successive demolizioni l'hanno reso un edificio indipendente.

La chiesa fu eretta in direzione ovest-est in mattoni riutilizzati. Le mura esterne erano scandite da lesene e, probabilmente, da arcate cieche.

La pianta dell'edificio era a croce latina, caso unico per la Ravenna dell'epoca. Si trattava di una scelta di significato simbolico, in quanto anche la Basilica apostolorum e la Basilica virginum di Milano avevano questa forma, per scelta del vescovo Ambrogio da Milano.

Altra caratteristica peculiare di questa chiesa, di cui esiste un possibile parallelo solo nei passaggi laterali della Basilica virginum, erano i due portici, ampi 4 metri, che correvano paralleli alla navata centrale, sorretti da due file di colonne che andavano da ciascun transetto al nartece.

Il pavimento della chiesa aveva porzioni decorate in opus sectile, oltre a rondelle in porfido, su cui probabilmente si sdraiava per pregare Galla Placidia; i muri erano decorati da marmi neri, bianchi e policromi. Tra le raffigurazioni accertate c'era quella dei quattro fiumi del paradiso, presenti all'ingresso della chiesa; molto probabilmente vi era anche un Cristo trionfante che calpesta un serpente e un leone, un'immagine apocalittica presente anche in altri edifici ravennati del V e VI secolo.

LA VILLA ROMANA DI RUSSI

 

La villa romana di Russi è un sito archeologico in cui sono preservati i resti di una villa rustica di età romana fra le meglio conservate dell’Italia settentrionale e situata a circa 20 km ad ovest di Ravenna.

La villa fu edificata al centro di un vasto podere i cui prodotti erano destinati agli uomini della flotta militare romana di stanza a Classe, l'antico porto di Ravenna.
I pavimenti, ben conservati e per la maggior parte in mosaico bianconero, costituiscono un buon repertorio dei mosaici geometrici in uso nell'Italia settentrionale nel I e II secolo d.C. mentre gli altri pavimenti in cocciopesto appartengono alla fase più antica della villa.

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