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Piacenza Rinascimentale

Piacenza

Piacenza nella prima metà del Cinquecento diventa ducato Farnesiano e si avvicina così, con qualche ritardo rispetto al territorio lombardo, alla grande stagione del Rinascimento italiano, commissionando opere ad alcuni degli artisti più importanti del periodo. Raffaello (1483-1520), Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone (1484-1539), Alessio Tramello (1455-1535), Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507-1573), tra gli altri, arricchiscono chiese e palazzi nobiliari di preziosi capolavori e rinnovano il tessuto urbano cittadino con quell'armonia di forme raffinate che contraddistingue il Quattrocento e il Cinquecento.

- PALAZZO FARNESE Il palazzo, voluto da Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V e moglie del duca Ottavio Farnese, fu edificato su progetto di Jacopo Barozzi detto il Vignola (1558-59). Per costruirlo venne parzialmente abbattuta la preesistente Cittadella Viscontea costruita nel 1373. Rimasto incompiuto, e privo del teatro che era stato progettato ma mai realizzato, presenta un'architettura imponente e severa all'esterno, a cui fanno da contrappunto il loggiato del cortile interno, gli affreschi e i preziosi stucchi degli appartamenti di rappresentanza. É strutturato su piani grandiosi e mezzi piani. Al piano nobile la scenografica cappella Ducale, adibita in origine a cerimonie di rappresentanza della famiglia, è ora trasformata in centro convegni. Il palazzo attualmente è la sede dei Musei Civici omonimi.

- BASILICA DI S. MARIA DI CAMPAGNA Fu edificata secondo il progetto di Alessio Tramello (1522-28) su una chiesa preesistente. Inizialmente contraddistinta dall'imponente tiburio centrale e dalla lanterna, presentava in origine una pianta a croce greca. Già nella seconda metà del Cinquecento venne aggiunto il coro per rispondere a nuove esigenze liturgiche. La struttura esterna, realizzata in cotto, presenta nitidi volumi dalle linee armoniose. L’interno, ricco di opere d'arte, è altresì impreziosito da un importante ciclo di affreschi di Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone, che vi lavorò dal 1528 al 1539. Alla sua morte l'opera venne ultimata da Bernardino Gatti detto il Sojaro. Gli affreschi rappresentano La nascita della Vergine, L'adorazione dei Magi, I pastori al presepio, Fuga in Egitto e Storie di S. Caterina d’Alessandria nelle cappelle laterali, e un complesso programma iconografico raffigurante temi del Vecchio e Nuovo Testamento sulla cupola.

- CHIESA DI S. SISTO La chiesa attuale, progettata all'inizio del Cinquecento da Alessio Tramello, è stata edificata su di un precedente complesso monastico alto medievale. La facciata è arricchita da decorazioni, semicolonne e statue di Santi e si affaccia su di un ampio chiostro triportico, dal quale è possibile vedere anche il Chiostro dell'Abate. La pianta presenta uno schema a tre navate con transetto e cappelle laterali ed ha un'ampia cripta di impronta bramantesca. L'interno è ricco di opere d'arte: affreschi, dipinti, monumenti e sculture, tra cui spicca lo straordinario coro ligneo intarsiato, databile ai primi decenni del Cinquecento. Sopra al coro è oggi visibile una copia settecentesca della Madonna Sistina di Raffaello, eseguita proprio per la chiesa tra il 1512 e il 1513, venduta dai monaci nel 1754 e oggi conservata alla Gemäldegalerie di Dresda.

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