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Reggio Emilia: la città che ha dato alla luce la bandiera tricolore

Reggio Emilia
Gli estensi e le corporazioni reggiane: Alla fine del XVIII secolo Reggio Emilia apparteneva agli Estensi che avevano stabilito a Modena la capitale del loro piccolo ducato. Agli inizi del '500 Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, aveva patrocinato personalmente l'introduzione in città dell'arte della seta. Rimane traccia di queste antiche e importantissime corporazioni in due Palazzi della città: Palazzo dei Mercanti del PannoPalazzoBusetti.

Il dissenso politico e l’arrivo di Napoleone a Reggio: Sul principio degli anni Novanta il malcontento generale dava luogo alle prime manifestazioni di dissenso politico. Nella primavera del 1796, il Duca, appena informato dell'ingresso delle truppe napoleoniche in Italia, abbandonava in fretta e furia Modena. Il progetto originario dell’Arco del Follo risale all’anno 1797 ed è opera dell’architetto Domenico Marchelli. Il monumento si inserisce nel complessivo rifacimento del lato nord della Via Emilia, quando furono abbattuti i portici e costruito l'attuale allineamento di palazzi in stile neoclassico.

L’albero della libertà e lo stemma comunale: La mattina del 26 Agosto, sulla piazza principale della città, era comparso, come un presidio esplicito e definitivo, l'albero della libertà. Sulla facciata di alcuni edifici appare lo stemma del Comune, il quale ha un valore storico di assoluto rilievo poiché costituisce l'unico esemplare superstite del simbolo rappresentativo del Comune di Reggio istituito al tempo della Repubblica Reggiana (proclamata in data 26 Agosto 1796).

La Repubblica Cispadana e il ghetto ebraico: Tra il 16 e il 17 Ottobre di quell'anno si incontrarono a Modena i cento delegati delle Repubbliche per votare la costituzione della Repubblica Cispadana con la nomina di quattro governi provvisori rappresentativi: Reggio, Modena, Bologna e Ferrara. Dal giorno dopo, a Reggio, erano stati simbolicamente abbattuti i portoni del Ghetto Ebraico, nel quale gli ebrei reggiani erano stati richiusi, per volere ducale, dal 1671.

La nascita del Tricolore e l’origine miliare dei colori: Il 27 Dicembre 1796, la Sala che il Bolognini aveva progettato per ospitare l'archivio ducale, divenne la sede del primo Parlamento italiano dell'epoca moderna e si proclamava la Repubblica reggiana, una ed indivisibile. Durante la seduta del 7 Gennaio 1797, presieduta dall'enciclopedista Giuseppe Compagnoni, si era deliberato di assumere, ad emblema della repubblica, il Tricolore (già utilizzato in Lombardia come bandiera di reggimento) a bande orizzontali, sul modello francese, recante al centro il turcasso con quattro frecce, simbolo dell'unione delle quattro città, con ai lati le iniziali della Repubblica Cispadana. I vessilli reggimentali della Legione militare Lombarda presentavano dei colori fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera.

La bandiera proibita e l’affresco tricolore: Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna (1814/15), il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, ma continuò ad essere innalzato, quale emblema di libertà, in tutta Italia fino alla sua completa affermazione. La volta del Teatro Valli ospita otto medaglioni, dipinti da Domenico Pellizzi per celebrare le glorie del teatro italiano.

Il quarantotto e Porta Santa Croce: Un'ondata rivoluzionaria percorse tutta l'Europa, facendo del 1848 "l'anno dei miracoli”. Quasi contemporaneamente, si costituì la Repubblica Romana che decise di adottare come bandiera il tricolore. Le bandiere tricolori ripresero a sventolare in molte città d’Italia nel 1859 e nel 1860 per accompagnare la spedizione garibaldina dei Mille. Nel 1858 iniziarono lavori di restauro alla portamedievale, ai quali concorse, con la somma di 15.000 lire, il duca Francesco V d’Este. Proprio per questa donazione si decise di intitolare la porta al duca e di apporvi degli stemmi con l’aquila simbolo della famiglia estense.

•    La storia continua al Museo del Tricolore: Il percorso espositivo si articola secondo due linee parallele: la storia della bandiera nazionale, dalle sue origini alla conquista dell’indipendenza e dell’unità del Paese, e la storia delle vicende politiche di Reggio Emilia. Infine, nel 2017, in occasione di una generale revisione dei percorsi e della definizione di un nuovo ingresso dedicato al Museo, è stata inaugurata una sezione dedicata alla contemporaneità che ha accolto, accanto a nuovi spazi laboratoriali, l’importante nucleo di opere del progetto Novanta artisti per una bandiera, allestito al piano terra.
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